Il clima che cambia è un problema per gli impollinatori, e anche per noi.
Poche piante si auto-impollinano: l’impollinazione dipende in gran parte dal vento, dall’acqua o dagli animali. Gli insetti impollinatori rappresentano quindi una componente chiave per la riproduzione vegetale e per la biodiversità globale, fornendo servizi ecosistemici vitali alle colture e alle piante selvatiche, di vitale importanza per il genere umano. Ecco perché il loro declino sta preoccupando molto: dall’impollinazione dipende la produzione agricola, quindi, una diminuzione degli impollinatori si ripercuote sul sistema agricolo, sulla sicurezza alimentare e sul benessere umano.
Questo declino è dovuto a diverse concause, fra le quali il clima che cambia. In conseguenza all’aumento delle temperature e della frequenza degli eventi meteorologici estremi, soprattutto nel periodo primaverile, quello più critico per gli ecosistemi, gli insetti impollinatori non trovano più facilmente condizioni favorevoli per le loro attività e non sono in grado di rispondere in modo adeguato a queste nuove situazioni.
Gli impatti dei cambiamenti climatici possono verificarsi a tutti i livelli dell’organizzazione biologica, dal singolo individuo- modificandone l’attività – alla specie, causando l’estinzione locale o regionale, fino all’intero ecosistema.
Per quanto riguarda il mondo vegetale, variazioni dei parametri climatici, possono causare una diversa distribuzione delle piante nel tempo e nello spazio: ad esempio, possono condurre ad uno spostamento di alcune specie – fondamentali per gli insetti impollinatori – a quote ed altitudini maggiori. Cambiamenti di questo genere hanno una ripercussione anche sull’impollinazione, poiché non sempre gli impollinatori sono in grado di rispondervi e adattarsi.
Recenti studi1 hanno dimostrato come variazioni nella fioritura di molte piante spontanee, la cui fenologia è influenzata dalla temperatura dell’aria (oggi in media più elevata rispetto al passato), così come l’anticipo del periodo di volo di numerosissime specie di insetti impollinatori, abbia condotto ad un disallineamento nella fenologia di piante impollinate e insetti impollinatori e, di conseguenza, ad un’alterazione della distribuzione stagionale dei servizi di impollinazione.
Gli scenari climatici ipotizzati portano ad immaginare e prevedere effetti ancor più rilevanti in futuro sul servizio ecosistemico essenziale fornito dagli impollinatori, con ripercussioni a cascata anche sulla produzione agricola e di conseguenza sul benessere umano.
Per questo la tutela degli impollinatori di fronte ai cambiamenti climatici, mettendo in atto strategie di adattamento come quelle portate avanti dal progetto BEEAdpat, deve essere una priorità assoluta per tutte le comunità.
1 Vedi Duchenne et al. (2020), che ha preso in considerazione 2027 specie di insetti europee, evidenziando come la maggior parte degli insetti impollinatori abbia anticipato il proprio periodo di attività di quasi una settimana in risposta al cambiamento climatico, con un volo anticipato di 6 giorni negli ultimi 60 anni e la durata del volo diminuito di 2 giorni. Questi cambiamenti probabilmente hanno alterato la distribuzione stagionale dei servizi di impollinazione, diminuendo la sincronia tra impollinatori e periodo di fioritura.
Articolo realizzato per il progetto LIFE BEEadapt con il contributo di CNR-IBE e Legambiente