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Gli scenari climatici futuri nel Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

Negli ultimi decenni, il Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano (PNATE) ha registrato un notevole aumento delle temperature medie, superando l’incremento globale (1,8°C contro 1,5°C). Questo influisce sulla distribuzione degli impollinatori, causando perdita di habitat e scomparsa locale di specie. Essendo ectotermici, questi organismi mostrano chiaramente come variazioni di temperatura e precipitazioni possano aumentare stress e mortalità, specialmente in aree montuose come il parco. Anche le piante da cui dipendono sono a rischio, con possibili alterazioni dei cicli fenologici o scomparsa, portando a disallineamenti temporali nella disponibilità di cibo.

I climatologi elaborano “scenari” climatici futuri basati sulle strategie di mitigazione adottate, che vanno dalla completa transizione alle rinnovabili al continuo uso di combustibili fossili. I “modelli di distribuzione” delle specie analizzano gli effetti sulla biodiversità, illustrando i potenziali cambiamenti nella loro distribuzione in base agli scenari climatici e alle condizioni ambientali.

I risultati dei modelli di distribuzione applicati agli impollinatori del PNATE delineano un quadro preoccupante. In entrambi gli scenari, si prevede una diffusa riduzione della ricchezza di impollinatori nel parco.

La maggior parte dell’area dovrebbe subire perdite significative con solo alcune zone limitate che potrebbero rimanere stabili o mostrare un leggero aumento. Questo suggerisce che, sebbene la mitigazione delle emissioni possa attenuare gli effetti negativi, potrebbe non bastare a garantire la conservazione degli impollinatori. Diventano quindi essenziali interventi sul campo, come quelli del progetto BEEadapt, che promuovono pratiche agricole sostenibili e l’aumento delle piante nutrici.

LIFE21-CCA-IT-LIFE BEEadapt/101074591 | comunicazione@lifebeeadapt.eu
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